MOLLIAMO GLI ORMEGGI

Molliamo gli ormeggi

Un inizio fa sempre un po’ paura. Il primo giorno di scuola. La nuova squadra. Il nuovo lavoro. Un nuovo film. Preferisco parlare attraverso le immagini, linguaggio a me più vicino. Ma oggi voglio fare un’eccezione e utilizzare le parole per raccontare questo progetto che sul finire di un giugno afoso, dopo molte telefonate e alcuni incontri, ha mollato gli ormeggi per una meta lontana, ben oltre diversi orizzonti.

 

Ma andiamo con ordine: volo Torino - Copenhagen. Direzione porto di Helsingborg. Pernottamento per tre notti presso la barca a vela di Björn Larsson, lo scrittore che ha trovato nel mare la cosa che più si avvicina al suo concetto di libertà. Io e Marco, la scintilla e il maestrale di questo progetto, siamo venuti in Svezia per indagare attraverso i pensieri di Larsson il rapporto tra l’uomo e il mare, le sue molteplici sfumature.

Björn Larsson e Marco a bordo di Stornoway
Björn Larsson e Marco a bordo di Stornoway

Perché stiamo facendo questo? Marco direbbe che è un atto d'amore verso il mare. Io preferisco dire che stiamo facendo una ricerca che ci porterà a conoscere più da vicino l’essere umano e il suo legame indivisibile con l’ambiente naturale e con le emozioni forti che sa suscitare. Una ricerca sull’uomo e nell’uomo, un’indagine su emozioni, sentimenti e dinamiche universali che tutti, presto o tardi, incontriamo nella vita. La paura, la spensieratezza, l’amore, il coraggio, le barriere, la sfida, l’innocenza, e non ultima la libertà.

 

Ed è proprio dalla libertà che abbiamo voluto iniziare. L’incontro con Larsson è avvenuto all’ingresso della stazione di Helsingborg. Una persona sorridente, consapevole, con i piedi ben piantati per terra che con le parole riesce a catturare la tua attenzione in un battito d’ali.

 

Si inizia con le conversazioni di rito: il volo, la cena, le attrazioni della città, la cultura locale, la cucina italiana. E senza accorgercene dopo pochi minuti siamo dentro la sua barca. Ci racconta che la acquistò diversi anni fa da una coppia di ragazze di Marsiglia che vivevano in essa. Una barca dall’aroma antico, con un legno che la luce del sole ravviva e colora. La stessa luce che porta il mare su tonalità grigio scure.

Le barche di Björn Larsson
Le barche di Björn Larsson

Seduti attorno a un tavolo i nostri discorsi entrano nel vivo, iniziamo a conoscerci e a stabilire un contatto. Un piacevole intermezzo di nome pasta al ragù amplifica il sapore di casa che abbiamo avvertito non appena entrati nella dinette della barca.

Chi l’avrebbe mai detto che un domani mi sarei ritrovato nella barca a vela di un grande romanziere a sorseggiare un whisky? Io non ci avrei scommesso un euro, e invece eccomi qui, con tante aspettative quante preoccupazioni per la conversazione che avremmo tenuto l’indomani di fronte alla videocamera.

Ci corichiamo non troppo tardi nelle nostre cabine. La luce del sole lascia spazio alla notte non lontano dalla mezzanotte.

 

La Svezia e il Nord Europa sono note per avere poche ore di buio d’estate. Me ne sono accorto alle tre del mattino quando una luce che mi ricordava un mezzogiorno d’agosto nel Sud Italia mi ha aperto gli occhi invadendo gli osteriggi della barca. Mi sono accorto anche che in barca c’è un vocabolo incomprensibile per ogni cosa, come per gli osteriggi, che non sono altro che le finestrelle da cui si guarda fuori. E da cui, ça va sans dire, entra un sacco di luce. Una veloce colazione e una rinfrescata al muso e siamo pronti per iniziare. Björn arriva puntale, con una leggera pioggerella a fargli compagnia. Preparata l’inquadratura attendiamo che il vento - che ci ha fatto compagnia tutti i giorni - porti via le nuvole.

Il sole riaffiora.

Possiamo iniziare.

Una conversazione a casa di Björn Larsson
Una conversazione a casa di Björn Larsson

Marco ha ragionato molto sulle domande. Sono domande consapevoli, elaborate, che stimolano facilmente il pensiero di Björn. E dopo un inizio lento si lascia andare al dialogo. Viene così fuori un’ora di riprese in cui, tra le varie, parliamo anche del mare. Ma è quasi sempre l’uomo, con le sue emozioni e le sue contraddizioni, a rimanere al centro della conversazione.

Björn ci racconta del suo primo incontro con il mare e con la barca a vela. Non spererai mica di saperlo ora, vero? L’intervista vola via in un attimo, basta uno sguardo per capire che il materiale è di buona qualità e ricco di spunti interessanti. Ora il piacere, o meglio un nuovo piacere. Il fish and chips chiede di noi.

 

La giornata scorre via lenta. Una passeggiata per Helsingborg, una siesta in barca, lunghe chiacchierate guidate dal dondolio della barca accompagnano me e Marco fino a quando non ci addormentiamo, stanchi e soddisfatti di questo bell’inizio del nostro progetto.

Mi corico con una leggera luce che non vuole saperne di sparire dal cielo. L’osteriggio mi risveglia nuovamente molto presto, nonostante la maglietta per coprire gli occhi. La battaglia con la luce continua. Andrà meglio domani.

 

Oggi Björn con la sua grande ospitalità ci apre le porte di casa. La tipica casa di uno scrittore, nella quale non a torto ci dice di avere tutto l’essenziale: una biblioteca, un letto e una cucina. Ci prepara un caffè e ci fa accomodare a stretto contatto con le montagne di libri che ha letto nella vita. Iniziamo una lunga conversazione. La videocamera riprende i nostri dialoghi, che si rivelano essere ancora più ricchi del giorno precedente. Parlare con uno scrittore nel suo habitat naturale, una biblioteca, facilita non poco le cose. Dopo un’ora usciamo a passeggiare lungo le spiagge svedesi, ventose e romantiche.

 

Torniamo in barca per le ultime riprese, quelli che a Roma in gergo dispregiativo chiamano i fegatelli, meglio noti come le coperture o i raccordi. C’è da sbizzarrirsi a bordo di questa barca. Qui ho percepito il tempo rallentare vertiginosamente: l’assenza di una linea d’orizzonte o una via di fuga sempre visibile, il dondolio nell’acqua, le sartie - cavi d’acciaio che reggono l’albero - che producono un suono costante e ripetitivo tagliando il vento, l’oscillazione ininterrotta della lampada ad olio sospesa nell'aria. Tutto questo ti fa sentire immerso in un piccolo mondo parallelo, dove non manca niente.

 

Björn arriva per trascorrere un’ultima cena assieme. Ci salutiamo con delle ottime aringhe, rendendoci conto di aver vissuto un bellissimo incontro che va oltre il progetto documentario. Marco, grande lettore di Larsson, lo saluta con la speranza di navigare assieme un giorno. Di nuovo letto a mezzanotte. Di nuovo luce che invade gli osteriggi troppo presto. Isso bandiera bianca. Luce 3 - Fabio 0.

 

Per concludere.

 

Il primo miglio di un lungo viaggio l’abbiamo percorso. Le aspettative sono grandi, la passione c’è, il divertimento non manca. Insomma, gli ingredienti per un progetto che possa raccontare il rapporto tra l’uomo e il mare e regalare belle emozioni agli altri sembrano essere caoticamente ordinati sul piano della cucina. Rigorosamente di una barca a vela.

 

Fabio